Vrindavana-Jaipur-Agra - Diario del 9 marzo 2017
Il programma di oggi prevede, in mattinata, la visita al tempio di Radha Vinoda, la divinità originale di Lokanath Gosvami.
Partiamo come di consueto con i risciò e ci immergiamo nel caotico traffico di Jaipur. Tra i negozi della città rosa una scala che passa quasi inosservata conduce al tempio. All’interno ci sono soltanto due brahmini, nessun devoto, nessun visitatore. In un attimo ritroviamo quella stessa tranquillità, quella la stessa serenità che abbiamo sperimentato a Vrindavana nei samadhi di Lokanath Gosvami e Narottama das Takhura, suo unico discepolo. Il servizio e l’esempio di stretta rinuncia di Lokanatha Gosvami ci ispirano ad una condivisione sul tema dell’umiltà e della sua differenza con la mancanza di responsabilità.
L’apertura delle porte dell’altare ci fa avvicinare per il dharshana: la divinità è alta circa trenta centimetri ed bellissima.
Si comprende come Lokanatha Gosvami la portasse sempre al collo all’interno di una borsa di stoffa.
A malincuore lasciamo questo luogo ispirante e ci dividiamo a seconda delle scelte fatte per trascorrere il pomeriggio libero. Alcuni visitano il palazzo dei venti, a simbolo della città dal quale le donne della famiglia reale potevano osservare le feste di strada senza essere viste dall’esterno, altri l’osservatorio astronomico, famoso per la sua precisione, altri ancora si dedicano alle tante attrazioni dei negozi del centro.
Qualche ora dopo ci ritroviamo sulla terrazza all’ultimo piano del nostro hotel per approfondire alcune tematiche iniziate in mattinata. Ci soffermiamo sullo shloka 4,34 della Bhagavad gita e sull’eterna relazione maestro discepolo “Cerca di conoscere la verità avvicinando un maestro spirituale, ponigli delle domande con sottomissione e servilo. L'anima realizzata può rivelarti la conoscenza perché ha visto la verità. “
Servire il maestro significa seguire i suoi insegnamenti, metterli in pratica e diffonderli ad altri per contribuire alla realizzazione del suo progetto.