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Diario del giorno 1

Oggi partiamo per lo Yoga Retreat a Maratea. Il tema è la Sadhana e lo Yoga di Patanjali. Ci apprestiamo fin dalle prime ore del mattino a questa nuova esperienza, la partenza all’alba. Il viaggio è lungo ma la percezione del tempo è come sempre soggettiva, quasi mistica. Siamo arrivati e alla fine il tempo trascorso per partire dalla Toscana fino ad arrivare in Basilicata pare essere inafferrabile, inconsistente, quasi inesistente. Il primo incontro lo dedichiamo all’introduzione del viaggio dell’anima, ai luoghi che visiteremo, ai propositi di cercare in noi la dimensione del sacro con gli occhi ammirati dal panorama di questa terra per certi versi sacra, ma con la coscienza verso Oriente. Il ponte con il nostro Occidente potrà farsi forza dei lacerti in pietra, che daranno testimonianza di una visione spirituale fondata su valori comuni, spesso simili, in alcuni casi identici. La visione di Patanjali e lo Yoga nella prospettiva della Bhakti risuonano oggi nelle vallate e nei monti che un tempo fecero da cornice ai monaci di culto cristiano, quelli che dall’oriente bizantino migrarono in cerca anch’essi dell’Arcadia, come i predecessori che fecero qui l’Enotria. Siamo pronti per il viaggio, ecco la luce di una visione aggiornata, il testo che ci accompagnerà per i prossimi giorni “Appunti di Viaggio - Yoga Sutra di Patanjali - Sadhana Pada” Commento di Marco Ferrini.

Diario del giorno 2

Il clima oggi si apre a nuovi orizzonti, alla luce di un sole incerto all’inizio ma poi raggiante, alla gioia della natura rigogliosa e ricca, tra colori e profumi della flora locale.
Una passeggiata ci conduce verso la vetta del monte adiacente l'Hotel, luogo sacro fin dai secoli precristiani. Qui la toponomastica ricorda che si ergeva il tempio dedicato alla Minerva del credo greco poi sostituito dalla Basilica di un moderno culto. La storia si ripete, lo Kshetra, il luogo sacro, resiste nel tempo e l’energia si sente forte.
Il percorso arriva fino alla grotta di Basiliana memoria, dove l’affresco rupestre dell'VIII secolo ci riporta nell’epoca del monachesimo. Passiamo tra le mura di un abitato antico, oggi patrimonio dei beni culturali, chiamato Castello. Dalla terrazza panoramica sulla vecchia strada portiamo lo sguardo verso l’interno montuoso del Mercurion, sui monti scoscesi di Maratea apprezziamo l’esistenza di lontani cenobi e poi verso il mare lo sguardo coglie l’impressione dell’infinito. Qui dove l’esperienza del presente ripropone quella della Sadhana di Patanjali, chiamata anantasamapattibhyam. Ecco che il viaggio, attraverso le impressioni sollecitate dal creato, richiama il bello che è dentro di ognuno, nella sede dell’anima, nel meta-spazio del cuore. Camminando sorgono quesiti sul controllo della mente, sul ruolo del respiro, sull'apporto concreto della Sadhana.
Il Divino che assume rilevanza nella meditazione interiore, che subentra nella consapevolezza di una relazione a due, tra atman e Paramatman, speciale, unica e irripetibile, fino alle vette della Bhakti, di cui Bhagavan è il principio fondante.

Diario del giorno 3

Il sole è ormai vincente sulle nubi, il viaggio si colora di luce, e i colori si rivestono di lei. Oggi percorriamo una costa del tratto cilentano, una meravigliosa cornice dove le rocce celebrano il fascino dell’amore, il perfetto equilibrio tra la pietra e l’acqua spingono la mente impressionabile a credere nell’incontro tra maschile e femminile, il centro tra gli opposti, quell’equilibrio che dello Yoga delle origini è fondamento. Troviamo la Bhagavadgita raccontata dalla costa, la natura che è creato, impresa dell’Unico. Fermato il mezzo, ci avviamo nel percorso, lì in equilibrio sul sentiero che tra monti e mar mediterraneo scorre invitante ad arrivare alla meta, tra le ombre degli alberi, i riflessi rarefatti del sole che filtra il fogliame e i passaggi totalmente irradiati. Giunti sospesi in mezzo al mare, sul picco della nostra meta apriamo il libro su Patanjali, un’opera di immenso valore, di totale visione. Basta il primo verso e il commento di Marco Ferrini per capire che ciò che dobbiamo imparare è giunto, ciò che merita ascolto è concesso, quale che si chiama Yoga è ancora vivo, nei millenni. Il verso che apre il Sadhana pada invita alla via della consapevolezza in chi ascolta, offre tre gioielli di conoscenza: Tapas, Svadhyaya e Ishvarapranidhana.

Diario del giorno 4

Al quarto giorno di questo viaggio dell'anima, al mattino facciamo l’incontro sul tema dello Yoga Retreat sulla terrazza dell’Hotel e al pomeriggio andiamo alla scoperta di Kollas, un villaggio rupestre la cui datazione è ad oggi sconosciuta. Il sole, accompagnato da una temperatura gradevole, illumina la terrazza così che la vista del Monte Minerva offra un impatto positivo a corpo, mente e spirito, con tocchi di colore intenso e sfumature cromatiche che accolgono pensieri, riflessioni e letture del Sadhana Pada. Il senso di gratitudine è verso la conoscenza contenuta in questa opera, la prospettiva è quella di una giornata ricca di intensa ricerca all’interno ed all’esterno di noi.
Al pomeriggio la camminata ci conduce a risalire lievi pendii, fino a trovare il villaggio rupestre di Kollas, una passeggiata mozzafiato nelle abitazioni di una comunità dei tempi antichi. Qui il senso del tempo si trasforma, lo spazio assume una diversa identità, tutto appare perfetto, al suo posto, pronto ad accogliere lo spirito di ricerca del viandante che si appresta a diventar pellegrino. La comunità di un tempo antico e il piccolo gruppo che si accinge alla visita in questa giornata di sole si incontrano nello spirito e nell’idealità dell'applicazione pratica di un comune sentire, Yoga (unione con Dio) nella prospettiva della Bhakti (nella devozione).
All'alba di questa bella giornata, abbiamo portato i pensieri e le riflessioni sulla vetta del Monte Minerva, così da predisporre manas attraverso una rigenerante scorta di Prana, una propedeutica analisi (nyaya), coronata da una funzionale sintesi discernente (buddhi).

Diario del giorno 5

Il viaggio ci ha portato a fare visite storico culturali legate alla spiritualità, ha permesso l’incontro tra Oriente e Occidente passando da un cenobio all’altro con il corpo e da un sutra all’altro con la lettura del commento al Sadhanapada di Marco Ferrini. Abbiamo narrato, camminato, visto, scoperto e fatto esperienze evolutive. Le mucche sono state le nostre compagne, incluso la notte pascolando sotto le nostre finestre, svegliandoci all’alba con il loro campanaccio. Luoghi tracciati dalla soprintendenza dei beni culturali e non , testimonianze della vita anacoretica, riflessioni sulla tradizione spirituale hanno riempito le giornate. In cammino, dal mattino con la meditazione fino alle ultime ore del giorno con gli spostamenti in luoghi dal sapore sacro.
Il viaggio è giunto alla conclusione, il gruppo è stato raggiunto in Hotel dalla visita di F. Sisinni, già direttore dei Beni Culturali Italiani e Sindaco di Maratea, il quale con il suo saluto ha apprezzato il nostro intento, sottolineando il fatto che in questo territorio vi siano persone in cerca del senso della vita, per una significativa esperienza tra terra e cielo.
Il cuore felice di tutti ha predisposto il rientro nei rispettivi luoghi di residenza.