Karma e Reincarnazione a Maratea
Ritiro Yoga dal 12 al 17 luglio 2022
Giorno 1
Partiamo dalle nostre abitazioni con le valigie pronte e, nel cuore, il desiderio di trovarci insieme per intraprendere un nuovo Viaggio dell’Anima. Alcuni di noi si conoscono da tempo. Altri incontreranno per la prima volta i compagni di viaggio quando saranno giunti a destinazione. Tutti siamo mossi da quella forza misteriosa e gentile che, nei momenti cruciali della vita, ci fa compiere scelte importanti nel percorso di ricerca interiore, portandoci a condividerlo con persone speciali, in luoghi speciali.
Maratea è un luogo antico e garbato, in cui la profondità del misticismo dei santi che, instancabili, ne hanno percorso i sentieri per assecondare la loro sete di Dio, si accompagna alla leggerezza giocosa dei profumi dei fiori selvatici e del fluire elegante delle sue acque cristalline. Un luogo che, come il Cristo Redentore che protegge questo territorio e i suoi abitanti, accoglierà a braccia aperte chiunque voglia abbandonarsi alla sua dolcezza, per trovarvi rifugio.
Nel pomeriggio, ci riuniamo per l’incontro introduttivo sul tema del Viaggio di quest’anno: “Karma e reincarnazione”. Dopo un gioioso e intenso bhajan iniziale, riflettiamo sull’importanza che le scelte da noi compiute in passato possono avere sul successivo corso degli eventi e su quanto il nostro maggiore o minore grado di consapevolezza sulle dinamiche del Karma incida, nel bene o nel male, sulla distanza di sicurezza che possiamo frapporre tra ogni azione e la sua necessaria e inevitabile reazione. Quanto può essere soverchiante la forza delle energie materiali, prakritiche, che spesso ci sovrastano, condizionando le nostre esistenze, senza che possiamo da soli porvi rimedio? Quanto può essere determinante il lavoro che ciascuno di noi può con pazienza compiere ogni giorno, attraverso la sadhana (disciplina) quotidiana?
La forza di Radharani, l’energia femminile divina che permette di compiere il cammino evolutivo con la dolcezza dell’amore e non con la rigida ottusità egoica di una lotta impari, quanto insensata, contro forze più grandi di noi, è come un gesto materno, gentile ma fermo, che invita ad abbandonarsi a quell’amore che sostiene senza forzature, paziente, rispettoso, misericordioso. Un amore che chiama dal profondo dell'Essere più autentico, invitandoci ad entrare in relazione con il Divino attraverso le parole potenti di un mantra e le note delicate di un antico canto devozionale. Quanto è prezioso il dono che abbiamo ricevuto, quando abbiamo deciso di recarci in questi luoghi e quali importanti realizzazioni ci attendono, nei giorni a venire?
Giorno 2
All’alba, un impetuoso vento proveniente dal mare accompagna il canto mattutino dei Santi Nomi, mentre le modulazioni fluide e armoniose del Maha-mantra si espandono nello spazio circostante, sotto l’abbraccio della statua del Redentore che manifesta, con gli strumenti limitati di un talentuoso scultore, l’energia divina illimitata che ha prima ispirato questa forma, poi l’ha donata al mondo.
La lezione di Yoga alterna posizioni intense a momenti di profondo ascolto, nel silenzio eloquente dell’anima che illumina chiunque desideri apprendere ed evolvere spiritualmente. Approfondiamo l’esecuzione di Alidhasana, l’antica posizione dell’arciere che punta verso il suo bersaglio. Quale sottile rete di connessioni lega un’azione presente ai possibili esiti futuri? Verso quale obiettivo stiamo dirigendo il nostro sguardo attento?
Questi sono alcuni degli argomenti sul karma che ci accompagneranno nel viaggio dell’anima di questa giornata sempre più acquietata dal placarsi del vento e già dalla prime ore del giorno irradiata di luce solare.
Dopo colazione, iniziamo il trekking verso il Cristo e visitiamo come prima cosa l’adiacente Basilica di San Biagio, un antico santuario dedicato al patrono di Maratea. Al suo interno, il presbiterio custodisce una cappella marmorea con le reliquie del santo e una coppa in argento utilizzata in passato per raccogliere la manna che, in più occasioni, ha stillato miracolosamente in questo luogo sacro. Un episodio che non si ripete da tempo, forse perché i giovani, come si dice da queste parti, non hanno più fede.
Dopo aver portato i nostri omaggi al Redentore, ci inerpichiamo lungo un piacevole sentiero roccioso che ci conduce alla grotta dell’Angelo, un umile luogo spirituale di ascesi e raccoglimento, in cui campeggia un bellissimo affresco dell’VIII secolo d.C. Qui riflettiamo sulla natura del karma come legge causale universale e sul fatto che la capacità di cogliere il nesso tra la causa e il suo effetto dipende dalla qualità della coscienza di colui che osserva il fenomeno, prima di agire. I più riescono a prevedere le conseguenze a breve termine delle proprie azioni, specie se ne hanno già fatto esperienza in passato. Rari sono i saggi che riescono a farlo a distanza di tempo e tra fenomeni apparentemente scollegati tra loro, le cui connessioni sono invisibili ai più, ma nondimeno presenti. Ciò nonostante tutti, grazie ai principi spirituali ed una vita orientata alla virtù, hanno la possibilità di affrontare al meglio le conseguenze karmiche delle scelte passate.
Le vicende storiche dei Romani e le gesta di Pirro, che hanno caratterizzato la storia di questa terra in cui siamo ospiti, costituiscono l’occasione preziosa per riflettere su quanto un atto di bassa coscienza e le abitudini comportamentali e sociali degradate possano causare i loro effetti Karmici anche a distanza di moltissimi anni, perfino secoli.
Nella cultura dello Yoga, si annoverano tre tipologie di karma e altrettante modalità in grado di attenuare la sofferenza, elevando progressivamente il livello di coscienza, per reggere l’impatto. A tal proposito prendiamo spunto dal libro di Marco Ferrini “ Karma e Reincarnazione" ed apprendiamo che Sancita karma è come una borsa che contiene la sommatoria di tutto il karma maturato in passato attraverso le azioni compiute. Di questo karma, prarabdha è quella parte del karma passato ormai innescato e le cui conseguenze si apprestano ad arrivare o sono già in corso. Agami è, invece, il karma che stiamo creando nel momento presente e che ancora non è partito. Come una freccia già scoccata, prarabdha è quindi difficile da controllare, mentre agami può essere orientato. Gli strumenti per controllare il sancita karma che ancora si trova nella nostra borsa sono, secondo la tradizione, il digiuno, l’offerta alla Divinità e la preghiera, in quanto sviluppano la capacità individuale di lungimiranza, mettendo il soggetto nelle condizioni di prevenire il disastro, attraverso il riallineamento dell’azione con regole di condotta ispirate alla virtù ed alla relazione con Dio.
Dopo la pratica serale di Yoga e la cena, il gruppo si riunisce per la visione di un film significativo, che sembra mettere insieme i pezzi delle numerose realizzazioni manifestatesi nel corso della giornata: il peso del karma e le possibilità individuali di trasformazione del proprio destino; ; l’importanza capitale dell’incontro con una persona di esperienza che, animata da compassione, misericordia e fede nei valori di ordine superiore, ci aiuti a sostenere questo peso, rallentando il processo entropico connaturato alla dimensione materiale; la capacità di riconoscere questa persona come un modello da seguire e la propensione ad abbandonarsi amorevolmente al suo insegnamento, lasciandosi guidare nel cammino evolutivo spirituale. Quando si realizzano queste rare condizioni, il dono ricevuto è così prezioso da portare chi lo riceve a donarsi con amore disinteressato e gratitudine gioiosa alla fonte di questo tesoro, con una convinzione senza causa che travalica ogni confine razionale, librandosi verso l’Assoluto.
Giorno 3
Come ogni mattina, alle 5, iniziamo la giornata con la meditazione, davanti allo scenario affascinante della statua del Redentore che, alzando le braccia in un eterno gesto compassionevole e gioioso, sembra incanalare la forza divina che vigorosamente discende nel mondo, rendendola per noi più facile da accogliere e comprendere.
Dopo la pratica delle asana, alle 9 ci rechiamo al santuario della Madonna degli Ulivi e, da lì, ci addentriamo nello splendido bosco ceduo di lecci e carpini che incornicia il centro storico di Maratea. In questi luoghi miti e ombreggiati, proseguiamo la riflessione sul tema “Karma e reincarnazione”, soffermandoci sul fatto che il mondo materiale sia inevitabilmente caratterizzato da processi entropici in atto sia nel corpo che nella mente. Il pensiero si modifica in virtù della materia con la quale si entra in relazione, ad esempio, tramite quello che si vede, mangia e ascolta, oppure le persone che si frequentano. Da ciascuna di queste esperienze scaturisce un’impressione, o samskara, una sorta di traccia inconsapevole che si imprime, con la sua peculiare natura, nel karmashaya (il deposito del Karma, l’inconscio), sedimentandovisi insieme ad innumerevoli altre, già in esso presenti. Pertanto, il pensiero va preso molto seriamente, in quanto è il più delle volte modificato da forze che lo orientano in nostra vece modificando, più spesso deformando, il nostro modo di intendere la realtà.
Questi stessi processi entropici sono potenzialmente in atto anche su scala più ampia, ad esempio, nell’ambito della trasmissione della conoscenza millenaria dello Yoga. Il ruolo della Tradizione e della Guru Paramparà (la linea disciplica dei Maestri spirituali) è appunto quello di fungere da canale sintropico, per mantenere inalterati, nel corso del tempo, informazioni e principi relativi all’Assoluto che, se conosciuti e rispettati, salvaguardano l’uomo in modo naturale ed efficiente dalla tendenza alla trasformazione e al successivo deterioramento, caratteristica invece della materia. Affinché questo possa avvenire, è fondamentale il collegamento diretto con gli shastra e con il Principio divino; in caso contrario, questa trasmissione sarà viziata dalle interferenze samskariche e dai pesi karmici dei singoli individui, anziché scorrere come un fiume che segua indisturbato il proprio corso naturale.
Dopo una piacevolissima sosta in paese, con un’abbondante degustazione di squisite specialità locali, nella lietezza della conversazione tra persone affini e animate dal medesimo desiderio di conoscenza perenne, torniamo in Hotel. Alle 18, ci riuniamo come sempre per un bhajan in terrazza e ci tratteniamo ancora sul tema del nostro viaggio. Esiste un Karma che non produce effetti sul piano materiale. Tutte le azioni, infatti, comportano comunque un peso karmico, a sua volta direttamente proporzionale alla loro quota di virtù. Tuttavia, nella vita può presentarsi l’occasione di compiere un’azione di tipo speciale, che non soltanto non produce reazione, ma perfino alleggerisce la coscienza dal Karma accumulato. Si tratta del Seva, il servizio devozionale della bhakti, l’azione amorevole e disinteressata, compiuta in offerta Dio e attraverso la quale si può arrivare a sperimentare vaikuntha nella materia, sacralizzando ogni istante dell’esistenza incarnata alla luce dei valori superiori della Coscienza, eternamente esente da paura, fatica e ansietà.
Prima della cena, con la quale si concluderà la piacevole giornata, la pratica serale delle asana ci porta a sperimentare il rilassamento profondo del corpo e della mente, attraverso l’ausilio dei supporti, le posizioni di apertura, la visualizzazione, il pranayama e il canto dei mantra.
MARCO FERRINI
KARMA E REINCARNAZIONE
Come le scelte generano il nostro futuro
Chi nasce, arriva dal nulla? E le tendenze che mostra sin dai primi mesi, dipendono dal caso o da fatti precedenti di cui sono l'innegabile conseguenza? I significati indovedici di vita, morte e immortalità ci guidano a conoscere le radici dell'essere umano e delle leggi universali che regolano il suo andare, il morire e il rivivere: un viaggio affascinante verso l'espansione della propria coscienza e la conquista della consapevolezza della propria eternità.
Alla luce delle dinamiche karmiche, ognuno può capire di essere artefice del proprio destino. E prendere coscienza della preesistenza dell'essere alla propria incarnazione nonché della realtà di mondi che sfuggono alla percezione sensoriale, fino a realizzare che la morte fisica rappresenta soltanto la fine di un segmento di esistenza, inizio di altre esperienze di vita, con l'opportunità di accedere fino alle dimensioni più elevate della pace, della libertà, della giustizia e dell'Amore.
Temi trattati nel libro:
Introduzione
Motivazioni, Azioni, Volontà e Destino
L'ordine etico universale
Semi karmici e tendenze
Memorie karmiche delle vite precedenti
I cinque condizionamenti
Su Kala (il Tempo) o la Morte
Energie psichiche e sublimazione
Stati di coscienza
Funzioni Psichiche
Domande e Risposte