Haridwar Rishikesh Himalaya - Diario 19 settembre 2018
ATTITUDINE ALL'UMILTA'
L’attitudine all’umiltà è una capacità rara, che si può sviluppare solo lavorando onestamente e lealmente con se stessi, avendo una buona guida, e applicandosi quotidianamente nel cercare di viverla al meglio delle nostre possibilità. Non si raggiunge velocemente, non è uno di quei prodotti che si comprano su amazon PRIME e che arrivano il mattino dopo. Occorre sadhana (disciplina), abhyasa (pratica costante), seva (offrire servizio), sanga (compagnia di persone che sono orientate a sviluppare umiltà), svadhyaya (studio di sé e delle Scritture).
Chi pratica onestamente si differenzia da che pratica la falsa umiltà, lo si percepisce abbastanza intuitivamente, osservando il non verbale, percependo l’attitudine interiore. Si comprende quando c’é il reale pentimento, l'onestà. La persona che cerca di praticare l’umiltà si scusa e cerca onestamente di correggersi, attua il cambiamento, chi pratica la falsa umiltà non cambia, continua a mantenere una pelle diversa. La iena che si pittura da zebra, ma alla prima pioggia la falsa copertura svanisce e riemerge l’attitudine della iena. L’insegnamento che mi è arrivato oggi è questo, e l’ho osservato in particolare nel Professor Pandey, luminare della Letteratura vedica, che ha mostrato grande umiltà nel rapportarsi a noi, nell’ammettere i suoi limiti, e nel condividere il suo desiderio di aiutarci mettendosi in gioco studiando con attenzione una materia non sua, sebbene avente un’età avanzata. Ha accolto le osservazioni, ha ascoltato, si è posto con attitudine di ascolto e comprensione, si è allontanato nel silenzio grato. Ha più volte valorizzato la nostra coordinatrice, Lalima, sebbene molto giovane rispetto a lui. Come manifestazione della sua gratitudine, le ha donato una sua agenda scrivendo una dedica (in Hindi ho visto, perché ero proprio lì vicino mentre lo faceva). Ho visto l’umiltà in Lalima, silenziosa, efficiente, sempre pronta ad ascoltare e a fare in modo che tutto funzionasse al meglio. Umile nel mettersi al servizio dei più anziani, sempre pronta ad ascoltare, mediare, con un sorriso sincero, autentico. In lei ho percepito distacco, la manifestazione del “va bene così, siamo in movimento, è normale che ci siano aspetti che possono modificarsi, non rimaniamo attaccati a delle aspettative, andiamo avanti, perché chi si illude poi si delude”. Non mi ha detto proprio questo a parole, ma i suoi occhi ed il suo sorriso lo esprimevano con una lucidità disarmante. Ho visto l’umiltà, una volta ancora perché conosco molto bene questa professoressa, in Alka Mishra, che ci sta guidando nella Scienza dei Marma. Arriva in aula silenziosa e sorridente, con la sua caviglia dolorante per un serio incidente avuto. Canta il mantra di apertura con grande ispirazione, insegna con sicurezza, ascolta, accoglie. È rispettosa nei confronti dei più anziani. Questi tre straordinari esempi mi hanno portato a pensare: “dove sono io?”. Ora qui, nella mia stanza mentre scrivo queste mie riflessioni, sono le 21:25 del 19 Settembre, rifletto sulle mie modalità, cerco di osservare come mi rapporto, cerco di capire dove migliorare, proseguo il mio cammino.
Andrea Boni