Kurukshetra Vrindavana Jagannath Puri - Diario 20 febbraio 2019
Questa mattina abbiamo letto il capitolo ottavo della Bhagavad Gita in cui si è affrontato il tema del trapasso. La vita è paragonabile al cielo, la nascita al giorno e la morte alla notte. Come il cielo esiste indipendentemente e comunque dal giorno e dalla notte così, nella prospettiva della tradizione antico indiana, la vita è eterna; nascita e morte sono solo fenomeni passeggeri. Nella Bhagavad Gita vengono indicate due modalità per lasciare il corpo: nella luce o nelle tenebre. Abbiamo dunque ricordato lo strumento fondamentale dell’intelligenza, già affrontato nelle precedenti lezioni, che ci dà la possibilità, attraverso il discernimento, di agire per favorire una di queste due modalità. Il Divino, in quest'opera universale, afferma che al momento della morte l’individuo si reca dove va il suo pensiero. La psiche e il prana vengono per così dire “risucchiati” per attrazione dai contenuti psichici depositati nel karmashaya, che corrisponde all’inconscio occidentale. La scelta di fissarsi sulla luce o sulle tenebre è dunque una conseguenza delle attività personali che producono i contenuti dell’inconscio. Non si tratta infatti di un pensiero razionale o superficiale, in quanto questo verrebbe meno al momento del trapasso, ma del lavoro profondo comportamento (Yama e Niyama) da applicare nel corso della vita. Dopo colazione siamo partiti con il pullman per Konark dove siamo arrivati dopo circa un’ora. Abbiamo visitato il monumento consacrato al dio del Sole, Surya, che è il rappresentante di Vishnu ed è a capo del sistema solare. A Surya viene dedicata anche un'antica pratica dello Yoga conosciuta come “saluto al sole”.
Il sito è situato in un ampio spazio verde e tranquillo, la struttura è maestosa, tutta in granito e in origine si innalzava di settanta metri.
Il monumento rappresenta il carro di Surya con ventiquattro ruote che indicano i dodici mesi dell’anno e i dodici segni zodiacali. Su tutta la sua superficie ci sono simboli che indicano i vari livelli di coscienza del mondo materiale, da quelli più sensoriali fino a quelli più elevati.
La struttura risale al XIII secolo ma la tradizione afferma che il culto a Surya in quel luogo iniziò molto tempo prima con un pronipote di Krishna.
Verso le 15:00 siamo ripartiti per l’hotel dove abbiamo avuto qualche ora per riposarci o svolgere altre attività in modo autonomo. Alle 19:45 i cuochi dell’hotel ci hanno fatto una bella sorpresa mostrandoci come si cucinano i capati (tipica piadina indiana). È stato un momento simpatico in cui abbiamo appreso come realizzare questo buonissimo pane. Avremo così l’opportunità di farlo gustare ai nostri amici e familiari. Abbiamo cenato soddisfatti e siamo andati a riposare contenti. Anche oggi sentiamo gratitudine per essere riusciti ad aggiungere alla nostra valigia vissuti costruttivi e nuove conoscenze.