Da Rishikesh a Badrinath risalendo l'Alakananda - Diario 8 ottobre 2019
L’alba di Varanasi ci accompagna nella meditazione mattutina che si svolge all’interno di una confortevole sala riunioni del nostro hotel. Dopo un’abbondante colazione a base di Puri e ottimo yogurt locale, ci diamo appuntamento alle 09:30 per raggiungere il Gange. Prendiamo due risciò che ci fanno sperimentare il traffico intenso di Varanasi: un cielo grigio di inquinamento nasconde lo splendido azzurro con cui ci siamo svegliati stamattina.
I clacson scandiscono incessantemente la traversata, che termina in una zona pedonale dove dobbiamo proseguire a piedi. Ci inoltriamo per gli stretti viottoli della città, dove osserviamo le mucche, la folla brulicante di persone e negozietti microscopici che vendono ventagli di paglia e cibo del luogo. Finalmente dopo un quarto d’ora trascorso in un dedalo di viuzze intravvediamo il Gange. Un paesaggio surreale con grandi cataste di legna circonda il nostro sentiero con i tantissimi abitanti del luogo che ci scrutano curiosi. Non capiamo come tante persone possano stare in un posto così sporco e degradato semplicemente sedute ad osservare i passanti per tempi lunghi; vi è chi recita mantra, chi riposa per strada e chi fa le abluzioni nel Ghat. È questo il fascino dell’India, terra ricca di contraddizioni e di ospitalità. Una ospitalità che, giunti sulle rive del Gange, si concretizza nel momento in cui ci viene offerto da un passante un riparo dal sole cocente dove assistere alla lezione del mattino. Una tenda fatta da un semplice telo ci procura un po’ di desiderata ombra: insieme a noi un indiano che, seduto in disparte con altre persone, recita dei mantra che fanno da sfondo alla lezione. Parliamo del tema della morte, in una città come Varanasi dove il trapasso penetra in ogni angolo della città. Veniamo a sapere che oltre 400 persone vengono giornalmente cremate con i fuochi sulle rive del fiume. Durante la lezione vengono illustrate le paure che ci investono nel momento della morte, ad esempio la paura dell’ignoto, della solitudine, delle cose irrisolte, dell’angoscia. Le stesse paure, in intensità molto minore, emergono nei vari momenti di crisi della vita. È per questo che occorre essere consapevoli dell’evento morte e prepararci ad esso in modo opportuno, con consapevolezza e accettazione. Alla fine della lezione ci rechiamo in hotel dove gustiamo un buon pranzo in compagnia. Successivamente, nel primo pomeriggio ci dirigiamo in un tempio vaishnava dove, all’ombra di un gazebo immerso nel verde, ascoltiamo la lezione sulla vita di Shrila Prabhupada e sugli insegnamenti di Caitanya Mahaprabhu. Qualche veloce acquisto prima di riprendere i risciò che ci portano in hotel, ritrovandoci imbottigliati nel traffico di Varanasi. La serata trascorre piacevolmente in albergo dove alcuni di noi consumano una leggera cena a base di verdure e pakora.