Da Rishikesh a Badrinath risalendo l'Alakananda - Diario 9 ottobre 2019
Secondo giorno a Varanasi: iniziamo ad ambientarci nel contesto, pur osservando il contrasto tra il nostro hotel così lussuoso e la vita che si svolge appena fuori le sue porte: bimbi che vivono in povertà si avvicinano al nostro gruppo in attesa dei risciò per chiedere del denaro. Ma presto le loro richieste si esauriscono e lasciano spazio al gioco con noi occidentali, così diversi dalle persone che sono abituati a frequentare.
Alle 10:00 prendiamo il risciò per un altro Ghat, ovvero le famose scalinate che si affacciano sul Gange. Troviamo un luogo molto frequentato da persone locali che trascorrono il tempo a rinfrescarsi nelle scure acque del Gange. Sfilano davanti a noi scene di vita tipiche di Varanasi, tra venditori ambulanti, sadhu che si sono ritagliati uno spazio tutto loro a terra, uomini e donne impegnati in antichi riti. La lezione del mattino, sotto un caldissimo sole, continua a trattare del tema della morte. Affrontiamo nel dettaglio le paure che emergono in successione nel momento in cui si sta per lasciare il corpo. Rientriamo come di consueto in albergo dove consumiamo un pranzo molto ricco a base di noodles e palak panir. Dopo il pasto e un breve riposo siamo pronti ad affrontare nuovamente il traffico di Varanasi. È un’atmosfera in cui suoni assordanti di clacson e mezzi di ogni tipo scandiscono ogni singolo istante: l’aria è pesante e colma di degrado. Viene spontaneo confrontare questa situazione, in cui ci sentiamo smarriti e fortemente a disagio, con quella, estremizzata, di degrado del mondo moderno, governato da facili costumi e mancanza di rispetto per la tradizione. Dopo un lungo giro nel traffico di Varanasi, sia in motorisciò che a piedi, arriviamo al Kedarnath Ghat dove leggiamo gli insegnamenti di Shri Caitanya Mahaprabhu sulle infinite forme del Signore Supremo. Quando ormai il sole è calato ci dirigiamo verso l’hotel dove trascorriamo la seconda notte.