Da Rishikesh a Badrinath risalendo l'Alakananda - Diario 10 ottobre 2019
Come ogni giorno, l’alba accompagna la nostra meditazione nella stanza dell’hotel. Dopo una lauta colazione prendiamo per l’ultima volta i risciò per raggiungere il Kedarnath Ghat. Qua ci imbarchiamo in una classica barca in legno con un telo in sommità che ci porta lungo il Gange sfilando di fronte agli antichi fasti di Varanasi, in cui ormai quasi ogni struttura è in stato di degrado avanzato se non di rovina.
Il viaggio in barca, che ci allontana dal traffico e dai rumori insopportabili di Varanasi, ci fa vedere questa realtà, compresa quella della morte, con più distacco. Come allontanarsi da una prospettiva materiale per abbandonarci ad una condizione spirituale favorita da un dolce bhajan, similmente noi ci allontaniamo dal caos per rientrare in contatto con il se’ nel silenzio. Durante questo viaggio sull’acqua continuiamo a parlare delle paure che ci investono al momento della morte, in particolare la paura delle cose irrisolte e della regressione. Ancora una volta percepiamo come sia essenziale dedicarsi alla vita spirituale per arrivare pronti ad un appuntamento così importante, senz’altro certo, che potrà determinare il nostro futuro vita dopo vita in un ciclo di nascite e morti continuo. Approdiamo al Ghat all’ora di pranzo, perciò prendiamo subito i nostri mezzi per arrivare in hotel e stare insieme in compagnia durante il pasto. Abbiamo il pomeriggio libero dalle lezioni, per cui alcuni di noi ritornano in centro per continuare la visita nella città e fare qualche acquisto. Ci riuniamo nuovamente alle 19:00 nella stanza della meditazione in hotel dove, dopo un bhajan molto ispirante, condividiamo le esperienze di questo meraviglioso viaggio dell’anima: non mancano momenti profondi e momenti di commozione che legano ancora maggiormente tutte le persone che hanno preso parte a questa indimenticabile esperienza.