Kurukshetra Vrindavana Jagannath Puri - Diario 24 febbraio 2019
Oggi la giornata è iniziata con la meditazione e a seguire con la lezione di Yoga. La pratica si è svolta su una accogliente terrazza sopra il giardino dell’hotel dalle ore 7:00 alle 8:15 circa. Tutt’intorno ci sono fiori rosa e scoiattoli, pappagalli e uccellini sembravano incuriositi dalla nostra presenza. Dopo aver cantato il mantra Om Shanti sentiamo un battito di ali sopra di noi: era un bellissimo pavone che sfoggiava le sue piume colorate; si era posato sul tetto dell’hotel e, con aria regale, da lassù ci osservava. La lezione di Yoga si è conclusa con un rilassamento distesi sul tappeto e quando abbiamo riaperto gli occhi abbiamo visto le nuvole correre nel cielo azzurro e sentito sulla pelle qualche piccola goccia di pioggia. Abbiamo avuto molto beneficio dalla pratica: il movimento del corpo e l’attenzione sul respiro hanno portato armonia ed equilibrio al corpo e alla mente.
Dopo colazione, tornato il sole, siamo andati al tempio di Radha Govinda, dove abbiamo incontrato la Divinità originale adorata da Rupa Goswami. Inizialmente la Divinità si trovava a Vrindavana, in un tempio molto grande e importante fatto costruire da Rupa Goswami, in seguito a causa delle invasioni musulmane la murti fu portata a Jaipur per evitare che fosse distrutta.
Il tempio ha una struttura resa affascinante dal color mattone e dalle minuziose decorazioni bianche: al nostro arrivo la porta delle Divinità era ancora chiusa e questo ci ha dato modo di indirizzare i nostri desideri e la nostra attenzione sul Divino in attesa di vederLo rappresentato dalle murti. Dopo un quarto d’ora circa abbiamo potuto avere il meraviglioso darshan delle divinità di Radha Govinda e abbiamo pensato a quanta misericordia è scesa nella nostra vita per essere in quel luogo speciale. La Divinità di Govinda è molto antica: risale al tempo di Vraja, pronipote di Krishna, ed è stata successivamente riscoperta da Rupa Goswami che, incaricato da Caitanya Mahaprabhu di riscoprire i luoghi di Krishna a Vrindavana, riuscì a ritrovarLa.
Guardando le murti abbiamo provato una grande emozione e abbiamo fatto il parikrama del tempio insieme alle tante persone presenti: uomini e donne, bambini e anziani tutti uniti dal desiderio di cogliere il Divino e poter far nascere e coltivare i sentimenti spirituali (rasa) con Lui. Abbiamo ricordato a proposito due testi scritti da Rupa Goswami su questa tematica: il Bhakti Rasamritasindhu e il Ujjivala Nilamani.
Verso le 12:00 le porte si sono chiuse e abbiamo lasciato quel luogo portando dentro di noi il desiderio di far avvicinare sempre di più la nostra scintilla divina (atman) al principio divino personale (Bhagavan) con una relazione spirituale colorata da un gusto speciale.
Siamo poi ritornati in hotel con i riksho osservando e curiosando i diversi e variopinti negozi.
Nel pomeriggio ci siamo trovati in terrazza alle ore 16:00 introducendo l’incontro con un canto seguito dal mantra Om Namo Bhagavate Vasudevaya, con cui si è aperta la lezione sull’undicesimo capitolo della Bhagavad-Gita in cui Krishna rivela ad Arjuna la Sua forma universale. Quest’ultima non è sostenibile da Arjuna mentre invece lo è la relazione personale con il Signore Supremo che nasce con il puro servizio devozionale, con il sentimento di amicizia verso tutti gli esseri e con l’affidamento al principio divino. Affidarsi non significa non agire ma essere consapevoli delle proprie responsabilità e agire nel dharma abbandonandosi a Dio.
Terminiamo l’incontro per trascorrere qualche ora in autonomia nella colorata città di Jaipur.